Prima del disfacimento il PD potrà sostenersi solo come forza partitica nella quale l’ideologia conta ancora qualcosa. E sarà l’ideologia, cieca ed anacronistica, a foderare gli occhi dei piddini. Se non viene spazzato via il ciarpame (Finocchiaro, Bersani ecc.) il PD farà la fine del PDL. Basta che la magistratura dia un giro di vite alle indagini nelle quali sono coinvolti i piddini, da nord a sud. Se poi ci mettete anche la figura fatta sulle nomine AGCOM, il quadro dello squallore è completo.

[…] 4) Che il PD sia un partito perduto è invece uno dei piccoli colpi di scena di questo giro di nomine: il fatto è che dimostra fragorosamente di esserlo in uno dei pochi campi davvero rilevanti per la crescita del paese. Lasciamo perdere Maurizio Decina che è persona degna e competente, ma tutto il resto del teatrino andato in onda nei giorni scorsi, con ogni piccolo capetto che combatteva la fiera battaglia per sponsorizzare il proprio candidato incompetente (fino alle fantozziane “primarie interne per Agcom” ) e con il successivo mercato delle vacche con Casini (acrobaticamente trasversale fra poltrone di Autorità differenti) ha chiarito definitivamente quello che molti sospettavano: inutile annunciare fieramente molto ipotetici passi indietro in Rai e altre questioni simili, Bersani, D’Alema e compagnia ragionano oggi esattamente come dieci anni fa, sono un altro specchio della decadenza del paese mentre se ne proclamano i salvatori.

Adesso ai più masochisti di noi non resta che attendere il prossimo disegno di legge per l’Italia digitale che le migliori menti del PD e del PDL stanno preparando assieme per il Paese, tremo al solo pensiero. Io nel frattempo esco a bermi un bicchiere di Chablis sperando di dimenticarli, tutti, contemporaneamente, almeno per stasera.

(via il Post – Massimo Mantellini)