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4 Settembre 2012

sull’eliminazione del contante: cara Gabanelli, si informi!

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Francesco Lippi dell’Università di Sassari scrive una lettera al Corriere della Sera per criticare la posizione di Milena Gabanelli a proposito dell’eliminazione del contante per combattere l’evasione fiscale:

Da circa un anno Milena Gabanelli propone di combattere l’evasione fiscale imponendo una «tassa» su prelievi e depositi di contante. In un articolo su Noisefromamerika (novembre 2011) ho spiegato che la proposta complicherebbe la vita di milioni di onesti cittadini. Tassare il contante per combattere l’evasione è un po’ come riempire l’autostrada di dossi per far rispettare i limiti di velocità. Perché, invece, non far funzionare controlli e sanzioni come succede in Germania dove il contante è usato più che da noi? La tassa sarebbe inoltre inefficace perché aggirabile: basterebbe aumentare le scorte di contante minimizzando depositi e prelievi. Sul Corriere del 22 agosto Gabanelli ribadisce la sua proposta e dice che la mia analisi è sbagliata, senza spiegare. L’unico punto su cui mi risponde nel merito riguarda il fatto che «basta documentarsi sul numero di persone che lavorano alla Guardia di Finanza per capire l’esiguità dei controlli che possono essere fatti». Ho seguito il suo consiglio: Wikipedia mostra che in Guardia di Finanza lavorano circa 68.000 persone, mentre all’Agenzia delle Entrate ne lavorano circa 33.000. Nel Regno Unito (Paese a noi simile per popolazione e Pil) lo HM Revenue and Customs ne impiega 67.000. Negli Usa l’Internal Revenue Service ha circa 100 mila persone: tanti quanti noi per una popolazione 5 volte la nostra e un Pil 8 volte il nostro. Come fanno ad avere così poca evasione? Ci può spiegare? La replica di Gabanelli contiene molte altre affermazioni incomprensibili, come la previsione che la tassa porterebbe 100 miliardi di maggiori entrate entro 12 mesi, di cui non viene data nessuna spiegazione (ne discuterò su Noisefromamerika). Non l’ho mai invitata a non occuparsi di economia, come lei scrive. Le ho solo suggerito di informarsi. La politica economica, come ogni scelta importante, dovrebbe essere fondata su analisi rigorose, non su intuizioni nasometriche. Non si farebbe così in ogni altro campo del sapere?
Francesco Lippi
Università di Sassari

(via Giornalettismo)

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