Dal blog Camelotdestraideale.it:

Oscar Giannino, oggi su Radio24 (dal minuto 53):

«Oggi, 12 luglio, mi sento di dirvi, dal profondo del cuore, e senza mettere in imbarazzo la radio che mi ospita, Radio24, che a questa notizia (la ridiscesa in campo di Berlusconi, ndr), alcuni di quelli che la pensano come me, credo non pochi, decidono in questa maniera, ripeto: in questa maniera!, con un appello a tanti di voi italiani, di reagire. Noi che ci sentiamo liberali, offesi e presi in giro, in tutti questi anni, per “meno stato, meno spesa e meno tasse”; per un percorso di ripresa dell’economia italiana che metta insieme quelli che diventano ex produttori e quelli che non lo diventeranno mai; non perché siamo delusi da Monti ma perché non ci riconosciamo nella linea che è stata esattamente equale a quella dei vent’anni precedenti – più tasse, e che come vedete aggrava il Pil e deperisce il gettito -; non ci riconosciamo nella linea delle patrimoniali che già ci sono – l’Imu, il “conto titoli” – (…); di fronte a tutto questo, noi non ci riconosciamo certo nel Berlusconi che torna, perché questo è fuori di dubbio, e vorremmo cambiare anche questa linea che, secondo noi, è un rigore  mal concepito: allora, poiché non ci riconosciamo né in questo né in quello, abbiamo deciso di farvi un appello. Lo vedrete tra qualche giorno. Io di qui non posso dire di più, perché io qui faccio il giornalista, protempore, e spero di continuare a farlo perché non entrerò mai in contraddizione con quello che penso e, da cittadino a cittadino, e non sicuramente perché mi sono montato la testa, diffidate di chiunque vi dica, o vi faccia pensare, che mi sono montato la testa, ci sono energie italiane, dal basso, senza carismatici leaderismi – è chiaro che i partiti che vengono fondati da un tycoon, come si vede quando il tycoon fa un passo indietro, deperiscono e non sono compatibili con la democrazia e con il confronto interno; ma non sono compatibili neanche con la rappresentanza di quei valori che hanno dichiarato per tanti anni e con cui molti di voi li hanno votati, e tanti altri li hanno avversati, perché non c’hanno mai creduto -; allora, a questo rendiconto, si tratta di mettersi una mano sulla coscienza. Alcuni di noi hanno deciso di chiedervi, collettivamente, di metterla insieme a noi e di capire se, proprio per questo, e anche per questo, non sia necessario, nei pochi mesi che abbiamo di fronte, dare vita ad un’altra cosa che nell’offerta politica non c’è; costruendola  dal basso, senza leaderismi.

Vedremo, chi vivrà vedrà; ma, di sicuro, tornare a diciotto anni fa non è cosa, a chi è avanti negli anni come me, che possa attirare».

Pronto.

Anch’io, pronto!