Chi sono

Mi chiamano Danilo, Danilo De Martin. Sono nato a Belluno il 14 giugno 1960 ma ho passato il resto della mia vita a Lozzo di Cadore. Ho conseguito il diploma di perito elettrotecnico all’Istituto Tecnico G. Segato di Belluno, sezione staccata di Pieve di Cadore, con il voto di 58/60 (volendolo riconvertire siamo a 97/100).

Mi sono iscritto come studente lavoratore alla facoltà di Scienze Statistiche dell’Università di Padova sostenendo un esame di macroeconomia e uno di statistica descrittiva, sufficienti a farmi capire che in qualità di lavoratore-studente (più che di studente-lavoratore), senza la possibilità di frequentare le lezioni, mi sarei penosamente trascinato per tutta la lunghezza del corso. Così ho lasciato stare.

Io penso in ladino, varietà di Lozzo di Cadore, che è la mia madrelingua. Però posso parlare in italiano, che considero una lingua franca.

Vado matto per i sentieri, a qualsiasi latitudine. Considero il sentiero come il re tra i segni dell’uomo nelle terre alte. Camminare in montagna è un imperativo. La salita non è mai un problema; lo diventa talvolta la discesa: non vedo l’ora che mettano a punto il teletrasporto-per-la-discesa. Le ferrate mi piacciono come il mal di pancia. La mia carriera di arrampicatore s’è fermata un giorno scendendo in doppia dalla Torre Piccola di Falzarego (nessun rimpianto). In bici ho percorso parecchi Mpc (megaparsec), ma non è mai stato un amore travolgente: men che meno con la MTB. Un giorno proverò la e-Bike. 

Ho solcato gli oceani con canoa e kayak: a dire il vero mi sono limitato alla laguna di Venezia (quanti ricordi legati alla Remiera della Giudecca) e quella di Marano. Idrovia Padova-Venezia, Sile, Stella, Livenza, Tagliamento, Piave, lago di Centro Cadore, di Santa Caterina (Auronzo), di Misurina. Per mare, a due passi dalla riva, a Bibione, ma soprattutto a Luino-Aurisina e a Miramare (TS).

Con le fotocamere ho il grilletto facile. Riprendo quello che trovo sulla mia strada; credo di essermi fermato non più di tre volte nell’attesa del “momento giusto”. Quando ho voglia scrivo libri, faccio cose, ma non vedo gente.


(ultima modifica: 07 giugno 2018)