Uomini e macchine idrauliche nel Cadore d’inizio Novecento


Uomini e macchine idrauliche nel Cadore d’inizio Novecento – Omin e machine a aga
Cortina d’Ampezzo, 2010
F.to 23×21.5 cm – 180 pp.
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Trascinato per i capelli dall’entusiasmo dell’amico Roberto Tabacchi, abbiamo dato alle stampe questo nuovo lavoro con l’aiuto dell’Union Ladina del Cadore de Medo che ha sostenuto la realizzazione dell’opera attraverso i fondi messi a disposizione dalla Regione Veneto  mediante la legge regionale  del 23 dicembre 1994  n.73 “Promozione delle minoranze etniche e linguistiche”.

Due parole dalla presentazione del presidente dell’Union Ladina Francesca Larese Filon:

Il Cadore è attraversato dalla Piave nella quale, a Tre Ponti, confluiscono le acque dell’Ansiei ed a Perarolo quelle del Boite. Esso è poi solcato da innumerevoli valli, laterali alle principali, tutte percorse dalle acque cristalline dei vivaci torrenti. Vicino a queste acque sono spesso sorti i primi nuclei degli antichi villaggi che hanno poi dato vita alle nostre comunità, così come oggi le conosciamo.Acque sovente capricciose che il fervido ingegno della nostra gente ha saputo domare, per ottenere da esse l’energia necessaria a far funzionare una miriade di macchine idrauliche.

Macchine costruite anch’esse dalla fertile creatività dei nostri avi e fatte funzionare dal loro talento: mulini, pilaorzo, folli da panni, segherie “alla veneziana” e da ultimo officine di produzione dell’energia elettrica. Questo libro racconta le vicende degli uomini che, in un non lontanissimo passato, nell’area presa in esame che da Lozzo giunge fino a Venago, intrecciando la propria esistenza a quella delle docili quanto fedeli macchine idrauliche, hanno scritto una pagina indelebile di quella che oggi noi tutti definiamo, con una vena di nostalgia, archeologia industriale del Cadore.